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La Strega di Czeladź

Nel 1376, Czeladź fu colpita da piogge incessanti che durarono più di due mesi. Si dice che Włodyczkowa, una vedova che viveva nei sotterranei, avesse avvertito gli abitanti di Czeladź delle conseguenze di tali piogge. La città fu colpita da un’inondazione. L’acqua era ovunque. Tuttavia, si fermò davanti alla proprietà di Włodyczkowa.

Come leggiamo nelle Leggende di Czeladź pubblicate dall’Associazione Amici di Czeladź nel 1995, la vedova era una donna “litigiosa” e litigava spesso con il suo vicino, il landwójt Sojecki. Fu proprio lui a accusarla di stregoneria. Sosteneva che la prova della sua colpevolezza fosse, tra l’altro, l’arresto dell’acqua davanti alla sua casa.

Secondo Sojecki, Włodyczkowa avrebbe sottratto il latte alle mucche, lanciato incantesimi sulle persone e vagato di notte senza meta. Il processo presso il tribunale cittadino fu rapido e superficiale. Il landwójt Sojecki e il suo compagno, il sindaco Żądliński, dimostrarono la colpevolezza di Włodyczkowa, anche perché desideravano il vasto patrimonio della donna. La condanna fu ingiusta. I giudici laici decisero del suo destino. Il suo patrimonio fu diviso. Alcuni anni dopo, su richiesta dei figli di Włodyczkowa, il vescovo di Cracovia si occupò del caso, indignato che la donna fosse stata condannata per stregoneria senza consultare il clero.

Solo i religiosi sono in grado di determinare se si trattava di vera stregoneria o solo di superstizioni umane. Il vescovo di Cracovia dichiarò nullo il processo e liberò Włodyczkowa dalle accuse di stregoneria. La donna fu riabilitata e il landwójt Sojecki, per le false accuse, dovette pagare 60 grzywien e fu imprigionato per due mesi. Come penitenza, il vescovo gli ordinò di inginocchiarsi con una candela durante le messe domenicali in chiesa per otto settimane. Ai figli di Włodyczkowa fu restituito il patrimonio ingiustamente confiscato.